Fisico teorico austriaco. Allievo di A. Sommerfield, che lo iniziò alla
teoria quantistica dell'atomo, dopo aver conseguito il dottorato nel 1922, fu
assistente di M. Born ad Amburgo e, nel 1923, di M. Lenz. Nel 1928 fu docente di
Fisica teorica all'Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo, dove
rimase fino alla morte, ad eccezione di due periodi trascorsi all'Institute for
Advanced Study di Princeton (1935-36 e 1940-45). Compì studi fondamentali
per la fisica atomica e nucleare, e contribuì alla formulazione della
meccanica quantistica. Nel 1924 ipotizzò l'esistenza del momento angolare
intrinseco, o di spin, associato ai nuclei atomici, per spiegare la struttura
iperfine delle righe spettrali. Nel 1925 enunciò il
principio di
esclusione, che porta il suo nome e stabilisce che in un atomo non possono
esistere due elettroni caratterizzati dagli stessi quattro numeri quantici
(principale, azimutale, magnetico e di spin); per tale principio
P.
ricevette il premio Nobel nel 1945. Nel 1927, insieme ad Heisenberg, fu tra i
primi ad affrontare la teoria quantistica dei campi. Per salvaguardare il
principio di conservazione dell'energia nel decadimento ß, per primo
ipotizzò l'esistenza del neutrino, che rese pubblica nel 1931 a Roma
durante il Congresso di Fisica nucleare: basandosi su tale ipotesi Fermi fu in
grado di formulare, tre anni dopo, la sua teoria sul decadimento ß. Tra le
sue opere ricordiamo:
Relativitätstheorie (1921),
Meson theory of
nuclear forces (1945). Dal 1951 fu socio straniero dei Lincei (Vienna 1900 -
Zurigo 1958).